LA TIGRE E IL DRAGONE, un capolavoro di arti marziali e poesia visiva
Nel 2000, il regista taiwanese Ang Lee compie un’impresa straordinaria con La Tigre e il Dragone (Crouching Tiger, Hidden Dragon), un film che riesce a mescolare con maestria la tradizione del cinema di arti marziali con una narrazione ricca di sentimento, emozione e bellezza visiva.
Tratto dal romanzo di Wang Du Lu, questo film rappresenta un vero e proprio punto di svolta per il cinema mondiale, portando la maestosità delle arti marziali cinesi sul palcoscenico internazionale.
Trama e personaggi
La giovane e aristocratica Jen Yu (Zhang Ziyi), una ribelle innamorata della vita selvaggia, rifiuta la rigida convenzione del matrimonio a cui è destinata. Addestrata di nascosto nelle arti marziali da Jade Fox (Cheng Pei Pei), una criminale, Jen ruba la spada Destino Verde, una lama che ha una storia leggendaria legata a Li Mu Bai (Chow Yun-Fat), un guerriero di grande fama. Quest’ultimo, che si trova ad un bivio esistenziale, desidera riportare Jen sulla retta via, aiutato dalla sua segreta amata, Yu Shu Lien (Michelle Yeoh), una spadaccina che condivide con lui non solo una connessione spirituale, ma anche un legame d’amore non dichiarato (come avviene anche in In the mood for love di Wong Kar Wai, 2000).
La spada rubata diventa il cuore di una trama che esplora i temi della lealtà, dell’onore, dell’amore non ricambiato e del desiderio di libertà, il tutto attraverso combattimenti spettacolari e coreografie mozzafiato.
Vi ricordate il mio articolo su Winchester 73 (Anthony Mann, 1950)?
Lì si trattava di un fucile ed eravamo nel Far West.
Un film che mescola generi e culture
Ang Lee, che torna in Cina dopo una serie di film a Hollywood, unisce l’oriente e l’occidente in un mix inedito di generi: il film è un’epica di arti marziali, ma anche una fiaba, un dramma romantico, un western e una riflessione filosofica. Lee non si limita a raccontare una storia di combattimenti, ma inserisce momenti di grande introspezione, in particolare nelle relazioni tra i suoi personaggi, come nel caso del conflitto tra Li Mu Bai e Yu Shu Lien, dove l’amore non espresso permea ogni scena. La regia riesce a restituire la tensione emotiva di ogni personaggio senza bisogno di esplicitare troppo (nel solco della tradizione del cinema orientale, Ozu e Mizoguchi su tutti).
Il film si distingue anche per la sua estetica: la fotografia curata da Peter Pau è un tripudio di paesaggi mozzafiato, dai deserti ai boschi di bambù, mentre le scene di combattimento coreografate da Yuen Woo-ping (già noto per il suo lavoro in Matrix) sono veri e propri balletti acrobatici, in cui i combattenti non sono solo guerrieri, ma poeti che celebrano il proprio corpo e la propria arte (si veda ‘l’addestramento’ al ballo in Sing 2, 2021).
Le scene di combattimento e la coreografia
Ogni scena di combattimento in La Tigre e il Dragone si distingue per la sua intensità emotiva. Non si tratta solo di scontri fisici, ma di vere e proprie espressioni di sentimenti repressi, come nel memorabile duello tra Li Mu Bai e Jen tra i bambù, dove l’arte marziale si trasforma in un atto d’amore (una scena che ritroviamo, in chiave molto più pop, in Shang Li e la leggenda dei dieci anelli, 2021). In questa scena, la coreografia esprime una danza di emozioni: ogni colpo, ogni mossa, è una riflessione sul desiderio, sulla lotta per l’indipendenza e sulla lotta interiore tra il dovere e il cuore.
Le scene di combattimento tra Yu Shu Lien e Jen sono un altro punto forte del film: due donne potenti e capaci, che affrontano il conflitto non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Ogni mossa, ogni scivolamento è pieno di eleganza e potenza, e ci invita a riflettere sulla forza femminile in una società patriarcale (di scontri femminili adrenalinici ricordo Sakura contro Ina nel volume 8 e 9 di Naruto e tutti gli scontri che affronta Uma Thurman in Kill Bill, uno su tutti, carico di violenza, quello contro Black Mamba).
Un successo globale e il riconoscimento internazionale
La Tigre e il Dragone ha riscosso un successo globale senza precedenti per un film di arti marziali, vincendo ben quattro premi Oscar, inclusi miglior film straniero e miglior fotografia. La sua portata è stata tale da riuscire a incantare non solo il pubblico occidentale, ma anche a riavvicinare l’Occidente alla tradizione cinese, unendo tecniche cinematografiche digitali con l’antica arte del kung-fu (negli ultimi vent’anni ci ha pensato la fortunata saga, arrivata a quattro film, di Kung Fu Panda 2008 – 2024).
A questo si aggiungono i due Golden Globe vinti dal film, uno per la regia di Ang Lee e l’altro come miglior film straniero. Grazie al suo successo, La Tigre e il Dragone ha aperto la strada a una nuova ondata di film cinesi nel circuito internazionale, dimostrando che il cinema di arti marziali può essere molto più di una sequenza di combattimenti spettacolari (come i film di Bruce Lee o la saga di Ip-man e di C’era una volta in Cina), ma un vero e proprio mezzo per raccontare storie universali.
Cinematiche affini: Il legame con altri film e letterature
Alcuni dei temi trattati ne La Tigre e il Dragone possono essere ritrovati in altre pellicole che esplorano l’onore, il sacrificio e l’amore irrealizzato. Il tema della lotta tra dovere e desiderio è presente anche in Il Giorno della Civetta di Damiano Damiani (1968), dove il conflitto tra il codice d’ onore mafioso e i sentimenti personali diventa il motore della trama.
Esempi famosi di rinuncia all’amore per senso del dovere sono in Casablanca (1942), ma anche in opere manga come il recente Demon Slayer (Koyoharu Gotouge, 2016-2020), Keiji il Magnifico (Keichiro Ryu e disegnato da Tetsuo Hara, 1990-1993), Yu degli spettri (Yoshiro Togashi, 1990-1994), Naruto (Masashi Kishimoto, 1999-2014), Vagabond (Takeiko Inoue, 1998), ecc.
La figura del “guerriero solitario”, che si trova a dover affrontare i propri sentimenti irrisolti e il dolore del passato, è un tratto caratteristico anche di Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Come nel film di Ang Lee, in Blade Runner i protagonisti si trovano a fronteggiare un destino che li sovrasta, cercando di conciliare le proprie emozioni con il mondo che li circonda. Rick Deckard (Harrison Ford) e Li Mu Bai (Chow Yun-Fat) sono entrambi personaggi tormentati che si sforzano di trovare un significato profondo nelle loro esistenze. Lo stesso spirito di sofferta e solitaria abnegazione è presente in Berserk (Kentaro Miura, 1989 – ) o in Ken il guerriero (Buronson, Tetsu Hara 1983-1988), senza dimenticarci del capolavoro manga Lone Wolf and Cub (di Koike e Gojima 1970-1976).
Un altro personaggio dalla traiettoria spirituale simile, può essere visto in Dago di Wood e Salinas (1980 – in corso di pubblicazione). Per riflettere sulla figura dell’eroe e sul suo cammino, rimando alla lettura de L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell (1949). Nel mondo della mitologia, Destino Verde, la spada leggendaria, ricorda quella di Excalibur in Le Avventure di Re Artù, un simbolo di potere che trascende il tempo e le mani che la impugnano. Come la spada che rappresenta l’onore e il destino, Excalibur è un oggetto che incarna il concetto di sacrificio per il bene più grande, una tematica che risuona fortemente anche ne La tigre e il dragone (pensiamo alle spade di Zoro in One Piece o di Ichigo Kurosagi in Bleach).
Conclusione
Ne La Tigre e il Dragone, Ang Lee non solo celebra la maestria nelle arti marziali, ma esplora anche l’interiorità dei suoi personaggi (per me la sua opera più grande rimane I segreti di Brokeback Mountain, 2005), dando vita a un film che è sia un’avventura epica che una riflessione sull’amore, il sacrificio e la ricerca della libertà. Grazie alla sua regia visivamente sbalorditiva, alla profondità dei suoi personaggi e alla potenza emotiva delle sue scene, il film ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema contemporaneo, rendendolo un capolavoro che trascende i generi e le culture.
CONSIGLIATI: Vivere (1994), Hero (2002), La casa dei pugnali volanti (2004), Fearless (2006), La città proibita (2006).
REGIA: Ang Lee
INTERPRETI: Chow Yun Fat, Michelle Yeho, Ziyi Zhang
ANNO: 2000 CINA
Complimenti!!! Mandaci sempre le tue recensioni! Furore, libro soprattutto e film hanno appassionato anche me!
Emilia Cedro
Grazie di cuore Emilia. Lo apprezzo tantissimo 🙂 ❤️