Noi siamo infinito di Stephen Chbosky
Charlie (Logan Lerman) è un ragazzo molto intelligente, ma anche timido ed insicuro. Forse perché negli ultimi tempi la sua vita non è certo stata tra le più semplici: il suo migliore amico è venuto a mancare, senza nemmeno dirgli addio con un biglietto, e dal suo passato torna spesso a tormentarlo la morte di una sua cara zia. Quando un nuovo anno di scuola comincia, Charlie è deciso a farsi degli amici, ma il primo giorno le cose non sembrano andare come previsto. L’unico con cui riesce a comunicare è il Sig. Anderson (Paul Rudd), il suo professore di inglese. Poi tutto cambia e Charlie fa un passo verso l’esuberante Patrick (Erza Miller) e la sua bellissima sorellastra Sam (Emma Watson), due carismatici ragazzi dell’ultimo anno che lo prendono sotto la loro ala protettrice e lo accompagnano verso un mondo sconosciuto, finalmente diverso: nuove amicizie, le prime feste, l’amore e la ricerca della colonna sonora perfetta per la loro vita.
Noi siamo infinito fu una delle più gradite e sorprendenti pellicole del 2012. Al suo debutto cinematografico, lo scrittore Stephen Chbosky adattò il suo cult book The Perks of Being a Wallflower – controversa lettura pubblicata solo nel 1999 – per trarne un romantico e sincero percorso di formazione sui young adults americani d’inizio anni ’90. Tratteggiando una dimensione intima, da riflessioni scarabocchiate su un diario alle paure celate in ognuno di noi, verso un ritratto iperbolico sulle emozioni forti e su chi non sa darsi alcuna spiegazione (tipico malessere dell’età giovanile), sul senso di ricerca più ‘nobile’ del termine. Per un risultato inaspettato, un vero gioiello del cinema indie-americano da non perdere.
Sulle note di Asleep degli Smiths, inizia questa storia sulle gioie e paure dell’adolescenza, stemperata con toni da commedia ma profondamente pungente su tematiche drammatiche, complesse e di grande attualità ancora oggi (abusi, bullismo, droghe e sesso). Narrata con sguardo delicato e sempre partecipe, Noi siamo infinito è una tempestosa cavalcata musicale ed interiore sulla crescita che si innalza a storia universale, poiché tutti abbiamo provato quelle prime esperienze, quei primi baci, quei primi amori. Come Charlie, ragazzo timido ed intelligente con il sogno di diventare uno scrittore, incarna quelle inquietudini e dubbi di un’età che fa della tenerezza sentimentale e l’esplorazione in se stessa, la spinta per uscire fuori dal tunnel e vivere – a pugni fermi dentro orizzonti liberi – la speranza del proprio futuro. Perché il film di Chbosky è un metaforico e lineare viaggio sulla diversità intesa come originalità, che tra scoperte emotive e frustrazioni quotidiane, ci fa capire che l’amicizia, così come l’amore, ha il potere di unire anime gemelle altrimenti destinate a rimanere divise.
Una pellicola amara come la giovinezza ed intimamente reale come i sentimenti che la accompagnano, dove gli splendidi protagonisti lasciano un segno indelebile ed appunto, ‘infinito’. Senza sconfinare nella macchietta e privi di eccessivi paternalismi, fra lacrime, fragilità e risate ci travolgono con la freschezza delle emozioni naturali, non adagiandosi sulla recitazione elementare o in virtuose trovate registiche. Logan Lerman e Ezra Miller sono perfetti nei loro ruoli, struggenti ed ammalianti allo stesso tempo. Lì in mezzo a loro c’è tutto il talento di Emma Watson, che abbandonati i panni dell’Hermione di Harry Potter è capace di illuminare una stanza con un semplice sguardo, a farsi anima indifesa e specchio della linfa più vitale e frizzante di un’intera generazione. E’ proprio l’attrice britannica a brillare su tutti, grazie ad una performance aggraziata e toccante, dotata di una dolcezza irresistibile.
Se la regia di Chbosky è fluida, ben curata, che regala una ricostruzione d’epoca credibile e senza quel glamour patinato tipico di molto cinema ambientato nelle superiori, lo è anche la sua toccante poesia, metafora di quel mondo così diverso e allo stesso tempo estraneo ai loro occhi. Ma è andando oltre alle prove attoriali e della messa in scena, che Noi siamo infinito sprigiona tutta la sua carica travolgente, grazie ad una colonna sonora da ‘urlo’. Dagli Smiths ai New Order, passando per lo spassoso omaggio al The Rocky Horror Picture Show, il film è una lunga maratona musicale dei migliori brani tra gli anni ’70 e ’80, da far affiorare brividi di malinconia per quegli anni di moti artistici straordinari. Graffiante ed epistolare, pregno di significati in volo dentro un tunnel chiamato desiderio, questa graffiante opera prima racchiude nelle parole di un intenso Paul Rudd tutta la sua significativa essenza: “Accettiamo l’amore che crediamo di meritare”. Da avere a casa, sulla mensola della propria colleziona privata.
Noi siamo infinito
- Regia: Stephen Chbosky
- Cast: Con Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Mae Whitman, Paul Rudd
- USA 2012