Oasis di Lee Chang-Dong
Tipico esempio del nuovo cinema sudcoreano, estremo ma non indulgente, coraggioso e ispirato, sicuramente inedito per i canoni della filmografia occidentale, quasi aggressivo per lo spettatore non aduso a questa cinematografia.
Oasis non è la solita storia d’amore. È il racconto di un incontro tra due emarginati, è il racconto di una liberazione dalle maglie della malattia mentale. Il protagonista è un giovane coreano appena uscito di prigione. Ritardato disadattato si innamora di una ragazza cerebrolesa.
Il film affronta il tema della malattia mentale in maniera straziante, i due protagonisti, anime gemelle anche nella similarità dei loro nomi, sono entrambi vittime del loro essere ‘diversi’ in una società ipocrita e ostile a chi contamina con il proprio essere altro le fondamenta della routine istituzionalizzata.
Prigionieri di famiglie anempatiche sono impossibilitati a qualsiasi espressione di sé e peggio, divengono capri espiatori, loro malgrado, della meschinità legalizzata.
Indubbiamente il rischio di un melò ricattatorio, altresì, di un sentimentalismo patetico è dietro l’angolo, eppure il regista se la cava bene eccetto che nel classico ‘momento sbagliato’ del finale. Prosa d’arte le scene oniriche, mentre lo stile è scarno ma efficace e la macchina da presa segue neutralmente, ad altezza d’uomo, i suoi protagonisti.
All’indifferenza se non all’ostilità di società e famiglia l’oasi ristoratrice di un incontro si definisce entro un ambiente castrante e oppressivo.
Premi: Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2002: Premio Marcello Mastroianni a Moon So-ri e il premio FIPRESCI Prize.
Film consigliati: Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), Il grande cocomero (1993), Benny & Joon (1993), A Beautiful Mind (2001), Mommy (2014), Love & Mercy (2014).
Oasis
- Regia: Lee Chang-dong
- Cast: Sol Kyung-gu, Moon So-ri
- Corea del Sud, 2002